Negli ultimi due secoli poche sostanze sono state tanto studiate dal punto di vista clinico quanto il caffè. Se nessuno studio ha dimostrato che faccia male, tante sono invece le ricerche che dimostrano invece gli effetti benefici del caffè e del suo principale composto attivo: la caffeina.
Naturalmente, il caffè de/ve essere consumato nelle giuste quantità. Quantità che variano a seconda della miscela, del tipo di preparazione, e soprattutto delle abitudini, del metabolismo, dello stato di salute di ciascuno.
La caffeina stimola il sistema nervoso, tiene desta l’attenzione e alto l’umore. Aiuta la respirazione e la digestione, attenua il senso di fame, ed è quindi un buon aiuto nelle diete. È spesso un ottimo rimedio contro il mal di testa e potenzia l’azione degli antidolorifici.
Gli studi più recenti hanno anche sfatato alcune vecchie credenze: in dosi ragionevoli il caffè non disturba affatto il sonno, né fa male al cuore. Ha anzi un’azione preventiva rispetto ad alcune patologie, quali la cirrosi epatica ed il morbo di Parkinson. Il caffè contiene inoltre sostanze antiossidanti, che contribuiscono ad eliminare i radicali liberi.
Nel caso del caffè, quindi, il gusto va d’accordo con la salute. Se il caffè è un espresso, ancora di più: è infatti la preparazione che offre il maggior gusto con il minor contenuto di caffeina. Tra le miscele, quelle con il 100% di pura Arabica hanno un tenore medio di caffeina intorno all’1,3%, contro quasi il doppio delle miscele di Robusta.