La storia e l'etimologia del caffe' sono avvolte nel rituale "C'era una volta... il qahwah: parola che in origine, nel linguaggio arabo classico, indicava una bevanda che, prodotta dal succo estratto da alcuni semi, veniva consumata come vino rosso scuro, o, in generale, come liquido che, bevuto, provocava effetti stimolanti ed eccitanti, tanto da essere usato anche come medicinale.
Il significato, poi, si restrinse col tempo, trasformandosi da "qahwah" al turco "quahve' " cioe' caffe' nel vero senso della parola.
Nonostante le diverse derivazioni, il termine scientifico esatto e' "Coffea arabica": questa derivazione e' a volte contestata da quanti sostengono che la parola caffe' derivi dal nome della regione in cui la pianta cresceva spontaneamente, cioe' la Caffa in Etiopia.
Come per altri tipi di piante e semi, anche la scoperta e l'introduzione del caffe' sono legate alla storia delle guerre, delle colonizzazioni e del commercio. La sua diffusione nel mondo e' stata facilitata dalle numerose vicende belliche e coloniali di quei popoli, che, durante i loro viaggi di affari, lo introdussero nelle diverse terre. Molte leggende, dunque, sono sorte intorno a tale bevanda ed alcune hanno sicuramente un pizzico di verita'. Gli abitanti dell'Abissinia raccoglievano le bacche di caffe', dopo averle fatte essiccare, le abbrustolivano e con burro e sale ne facevano dei pani aromatici che consumavano durante i loro viaggi. Questa usanza e' praticata ancora oggi da alcune tribu' africane. Analogo consumo ne facevano gli antichi guerrieri arabi che credevano che tale cibo, per la presenza di caffeina, li rendesse piu' coraggiosi e aggressivi durante le battaglie. Secondo alcuni studiosi l'importazione e la coltivazione della pianta del caffe' si diffuse in Arabia nelle zone montane dello Yemen, in seguito alle invasioni etiopiche del XIII e XIV secolo. Infatti, proprio in Arabia sono ambientate le storielle piu' popolari sul caffe' in quanto proprio all'Arabia si attribuisce l'impiego delle bacche sotto forma di bevanda.
Nessun commento:
Posta un commento